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FAUSTA
DEI CAFFE'
Fausta
dei caffè
Fausta dei bar
appartiene alla città.
Gli
sorride.
La
scollatura
al confine con la pelle
preme contro il capo reclinato.
Si inchina al buio della sera
ma non a quello delle sue parole.
Un
panino
un cappuccino
un bicchiere di vino bianco ghiacciato.
Lei ama il rapporto a due
per chiudere il cerchio magico intorno a sé.
Appena il tempo di un incontro
in fuga
- due ore, tre ore -
«Ciao», «Ti telefono».
Nulla di più.
Ma
tuttavia
ironia
Fausta nella penna
Fausta nei pensieri
Fausta nei sogni.
Per sempre.

Così
ormai mi chiamano gli amici. Perché amo i caffè attenzione, non i freddi
bar e ne vado cercando sempre di nuovi. Perché il
caffè rappresenta la città e lì si svolgono i miei incontri, i mie dialoghi
“a due” a ritmo serrato.
Come ben dice Patrick Mauriès (1), esiste il caffè di residenza e il caffè
di passaggio. Il caffè di residenza fa parte di un paesaggio quotidiano
o settimanale, serve da punto di sosta quando si passeggia o nelle giornate
d’affari, polo alternativo della casa di cui sarebbe una versione
transitoria: ambiente e mobilio familiari annullati dall’abitudine,
ma che conservano un piccolo margine d’estraneità.
Il caffè di passaggio rappresenta una sosta
occasionale quando si viaggia.
Devo confessare che trovo esatta questa distinzione
e queste definizioni. Per molti anni, il caffè è stato l’unico luogo
d’incontro — realmente preferito alla casa — proprio
perché facilita la conversazione, favorendo la concentrazione. Luogo privilegiato
della parola, tutto si ferma e sì chiude sui due interlocutori-protagonisti:
nessun telefono squilla, nessun intruso bussa alla porta...
Al
Greco
Quale
artista non ha sognato di leggere o scrivere al caffè? Quale caffè? Ma
siamo a Roma, il Greco, s’intende! Dal nome del greco, Nicola della
Maddalena, che l’ha fondato, come attestato da un vecchio registro
della parrocchia di San Lorenzo in Lucina.
Ogni
caffè ha il proprio arredamento e le proprie caratteristiche

Dalla
foto, quelle del Greco:
camerieri
in frac (non visibili), tazzine da caffè - con
la tipica striscia arancione, lettere a caratteri gotici accompagnate
da bicchieri d’acqua, dalle tradizionali bustine di zucchero, da
un tovagliolo di carta bordato da un disegno greco. Tavolini di marmo.
Reliquie diverse al muro, lettere, disegni, armadi, vecchie foto, alternate
alle vedute i cui autori sono indicati su targhette di rame.
(1)
Patrick Mauriès, Quelques cafés italiens, Quai Voltaire, 1987, Paris.
traduzione
di Fausta Genziana Le Piane

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