PER
UNA NUOVA DIDATTICA SCOLASTICA
di Fausta Genziana Le Piane
Gli
anni d’insegnamento della lingua e letteratura francese in ogni
tipo di scuola di secondo grado, in Istituti d’insegnamento tradizionale
e in quelli ad indirizzo sperimentale, oltre all’esperienza all’estero,
ai convegni e ai corsi di aggiornamento, mi hanno spinto a credere che
è considerato sperimentale l’insegnamento che in realtà
dovrebbe essere normale e che parecchi aspetti della didattica della scuola
italiana di oggi non sono al passo con le più recenti scoperte
in campo pedagogico.
In linea generale, le lezioni non dovrebbero mai essere di tipo nozionistico
e l’allievo non dovrebbe imparare passivamente dal professore ma
progressivamente e gradualmente arrivare alla conoscenza da solo, sotto
l’attenta guida dell’insegnante nelle successive tappe della
scoperta. Sicuramente un metodo di apprendimento così concepito
richiede più tempo, ma è garantito che il protagonista non
dimenticherà più ciò cui è arrivato impegnando
in campo tutte le sue forze.
Per quanto riguarda la correzione dei compiti, per esempio, non si dovrebbe
riportarli mai in classe già corretti con il voto: il ragazzo,
si sa, è interessato solo a questo ultimo aspetto e tralascia l’assimilazione
della comprensione degli sbagli che immancabilmente tenderà a ripetere.
Una buona soluzione potrebbe essere quella di riconsegnare gli elaborati
senza voto, sottolineando gli errori senza correggerli: sarà l’alunno
stesso a cercare d’interpretare - con l’aiuto del professore
- il tipo di mancanza, specificando se di tipo lessicale, grammaticale,
sintattico o contenutistico (esistono schede già stampate per questo
uso).
Per quanto riguarda le lezioni vere e proprie, esse dovrebbero essere
articolate in Unità didattiche, intese come centri di interesse
per quanto riguarda l’argomento, il contenuto, e di indagine grammaticale,
lessicale e sintattica relativa ai documenti presentati. Nel caso in cui,
per esempio, l’Unità didattica verta su I Paesi della Loira,
essa comprenderà ogni tipo di materiale cartaceo che andrà
dal dépliant turistico a quello gastronomico pubblicitario di un
ristorante che reclamizza le rillettes o il boudin, dal proverbio alla
carta dei vini (famosi il Saumur, l’Anjou e il Sancerre), dalla
foto, alla poesia – un bel sonetto di Ronsard - o alla prosa –
una pagina de La Comédie humaine di Balzac - di poeti e narratori
nati e vissuti in quei luoghi ecc, ma anche sonoro (canzoni), visivo (diapositive,
video d’arte, film in proiezione al cinema ecc). Così il
ragazzo potrà decifrare le caratteristiche dei vari sistemi di
comunicazione, da quella scritta a quella verbale, e con agilità
mentale potrà entrare ed uscire dalle peculiarità di ogni
tipo di supporto. Nel caso in cui si esamini un testo letterario, esso
sarà collocato nel tempo, nell’intera opera dello scrittore
e non sarà mai spiegato al ragazzo: attraverso domande, esercizi
strutturali, questionari, schemi, scomposizioni e ricostruzioni del testo
sarà lui stesso - protagonista del proprio apprendimento - a trarre
le conclusioni della comprensione di ciò che studia. Nell’Unità
didattica si tende alla interdisciplinarità unendo storia, geografia,
letteratura, musica, economia, arte ecc aspetto che assai raramente si
cura oggi nella didattica della scuola italiana dove le discipline sono
rigorosamente tenute separate l’una dall’altra costringendo
spesso il ragazzo a fare salti mortali e immotivati nel tempo e nello
spazio. Sarebbe opportuno che ogni ragazzo - o anche gruppi di ragazzi
- avesse una sua cartella con tutto il materiale e gli esercizi da svolgere:
l’insegnante potrebbe assegnare un numero di ore per lo svolgimento
delle tematiche contenute nel dossier. Alla fine del tempo assegnato,
una fase di controllo, di verifica e di confronto tra i vari alunni o
i vari gruppi concluderà il lavoro sull’Unità didattica.
L’esperienza vissuta mi ha spinto a redigere secondo questa ultima
impostazione sia i libri di autori francesi adattati per le scuole (La
Maison Tellier di Guy de Maupassant, Légendes bretonnes e La Vénus
d’Ille di Prosper Mérimée, Editore “Pagine”
di Roma), che i Quaderni di scoperta dell’arte che propongono testi
e immagini della pittura, o dell’arte in genere, di artisti quali
Enrico Benaglia, Mimmo Rotella, Maurizio Carnevali, Antonio La Gamba,
Antonio Caporale e Luca Policastri, tenendo presente che il fine è
voler stabilire un rapporto tra la pittura ed le altre discipline.
Per quanto riguarda i classici francesi adattati per le scuole, una tipica
applicazione delle linee guida enunciate si trova a pagina 30 del testo
La Maison Tellier di Guy de Maupassant, in cui, a partire da una foto
di pesca, sono proposti i seguenti esercizi: 1) Descrivere la foto con
poche parole; 2) Comporre una didascalia; 3) I personaggi pensano e parlano.
Comporre delle nuvolette come nei fumetti immaginando cosa possono dire
e dirsi. E ancora, continuando: immaginare un semplice dialogo ecc. Il
tutto naturalmente in francese rispettando il livello linguistico della
classe…!!!

Infine,
per quanto riguarda l’insegnamento dell’arte, il procedimento
è lo stesso e, nel caso di Enrico Benaglia, il pifferaio magico
(Editore Penna d’autore), il libricino propone, tra le altre, un’unità
didattica dedicata alla farfalla, tema molto presente nella pittura di
Benaglia:

clicca per leggere
il
libricino propone un’intervista all’artista, saggi critici
e l’analisi di una busta del pane (Cosa rappresenta la farfalla?
Leggerezza? Fugacità? Natura?), di una canzone, Farfallina di Luca
Carboni (Chi è la farfalla per Luca Carboni?) e di una poesia di
Emily Dickinson intitolata Farfalla.
Fausta
Genziana Le Piane |